1. La Storia
Sorta su di un edificio già esistente nel 1412, essa appartenne sin dai primissimi anni del XVI secolo ai Diodati, potente famiglia lucchese di mercanti, il cui stemma, scolpito in pietra grigia di Matraia, si trova ancora oggi all'ingresso nord della Villa.
Sotto i Diodati assunse forme rinascimentali, ancora leggibili nel loggiato a tre arcate del salone anteriore.
Tuttavia, fu solo con i successivi proprietari che venne ad assumere la veste neoclassica che conserva tutt'oggi.
Tra la metà del 1600 e la metà del 1800, infatti, la Villa passò di proprietà prima ai Conti Orsetti, poi ai Marchesi Cittadella ed infine fu acquistata, nel 1868, dal banchiere tedesco Rodolfo Schwartze, marito di Carolina Grabau.
E’ grazie alla passione di Carolina ed agli scambi con l’Orto Botanico di Lucca che il parco venne arricchito di tante rarità botaniche ancora oggi presenti.
La sorella di Carolina, Costanza, aveva sposato il Barone Wilhelm Hüffer, ricco uomo d’affari che viveva con la moglie tra Roma, Parigi e Lucca, dove avevano acquistato l'adiacente Villa Diodati. Il fratello, Carlo Luigi, detto Lodovico, abitava nella Villa di famiglia a Palmata: uomo colto e raffinato, era uno stimato pittore amico di molti “Macchiaioli”.
Il padre di costoro, Carlo Grabau, facoltoso banchiere e armatore, originario di Amburgo, si era trasferito a Livorno nei primissimi anni del 1800 per seguire i suoi affari e con l’incarico di Console Generale delle Città Anseatiche del Mare del Nord presso il Granduca di Toscana.
In Italia conobbe e sposò Enrichetta Inghirami, di un’antica famiglia patrizia di Volterra.
Gli Schwartze non ebbero figli e la villa fu ereditata dal nipote di Carolina, Marcello Grabau, sposato con Francesca Cenami Spada, della importante famiglia patrizia di Lucca.
La Villa Grabau è ancora oggi di proprietà della famiglia.